FAENZA: Racket delle pompe funebri, 6 infermieri condannati
CRONACA - La Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna ha condannato sei infermieri che lavoravano nelle camere mortuarie di Lugo e Faenza (Ravenna) a restituire all’Ausl Romagna circa 13.700 euro, perché avevano ricevuto pagamenti non dovuti. Secondo la Procura, gli infermieri avrebbero anche usato materiali dell’ospedale per vestire le salme, una pratica vietata dalle regole aziendali. Aveva chiesto quindi una multa più alta, di 20.000 euro in totale. I giudici non hanno concesso loro sconti di pena perché hanno ritenuto che ci fosse un arricchimento doloso, cioè che gli infermieri si fossero arricchiti consapevolmente in modo illecito. Il caso rientra nel più ampio scandalo del cosiddetto “racket dei funerali”, un sistema illegale scoperto tra Faenza, Lugo, Imola e altri comuni del Ravennate. Le indagini, partite nel 2020 dopo la denuncia di un’impresa funebre, hanno rivelato che alcuni dipendenti delle camere mortuarie, in cambio di soldi dalle agenzie funebri “amiche”, fornivano servizi fuori dai loro compiti, come preparare e vestire le salme usando mezzi dell’ospedale. Inoltre, avrebbero segnalato in anticipo le “salme libere” (quelle i cui familiari non avevano ancora scelto un’impresa funebre) e favorito le ditte compiacenti, assegnando loro le camere ardenti migliori e ostacolando la concorrenza. Sul piano penale, il processo per il racket dei funerali ha coinvolto 51 imputati (35 persone e 16 aziende): ci sono state 7 assoluzioni, 3 non luoghi a procedere, e varie condanne o patteggiamenti, per un totale di circa 26 anni di carcere e 10.000 euro di multe alle imprese coinvolte.