Ravenna

Thumbnail ROMAGNA: Carenza di personale, protesta dei Vigili del Fuoco, “Siamo al limite” | VIDEO

ROMAGNA: Carenza di personale, protesta dei Vigili del Fuoco, “Siamo al limite” | VIDEO

ATTUALITÀ - I Vigili del Fuoco sono a corto di personale. La Cgil lancia la mobilitazione in tutta la regione per chiedere nuove assunzioni. Siamo andati alla centrale Forlì, dove la situazione è particolarmente difficile. "In questo momento particolare riusciamo a garantire il servizio al cittadino, ma con sempre maggiore difficoltà." La situazione del personale nel Comando dei Vigili del Fuoco di Forlì-Cesena è sempre più critica. A fronte di 292 unità previste, attualmente ne sono operative appena 233, con una carenza di 59 vigili del fuoco. A questa situazione si aggiunge il pensionamento di 26 capisquadra, che non sono stati sostituiti. È un quadro preoccupante, delineato dalla CGIL, che lancia un appello alla direzione nazionale affinché venga assegnato nuovo personale alle centrali il prima possibile. Forlì è una delle città dell’Emilia-Romagna dove i tagli si sono fatti sentire maggiormente. "A Forlì lavoriamo quasi sempre al limite del numero minimo, così come negli altri distaccamenti", spiega il coordinatore provinciale CGIL, Enrico Bazzotti. "Quando si presenta un intervento di media difficoltà o durata, siamo costretti a mobilitare il distaccamento di Rocca San Casciano per il rinforzo. Questo, però, significa che l’intera vallata di Rocca San Casciano rimane scoperta per un tempo molto più lungo rispetto a quello necessario per garantire un buon servizio." La carenza di personale non riguarda solo Forlì-Cesena, ma tutte le province. Per questo motivo, il sindacato è pronto a proclamare lo stato di agitazione, chiedendo un incontro urgente con la direzione nazionale per discutere di nuove assunzioni e di un piano straordinario di formazione del personale qualificato. Manca, soprattutto, una visione per il futuro. "Ciò che preoccupa maggiormente è l'assenza di un piano strategico per ripristinare l’organico teorico stabilito a livello nazionale, indispensabile per garantire la sicurezza sia per noi che per i cittadini."

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RAVENNA: Componenti d'armi per Israele bloccati al porto

Oltre 13 tonnellate di pezzi metallici fermi al porto di Ravenna da giorni. Si tratta di componenti per materiale d'armamento diretto a Israele. La partita è stata bloccata dopo un sequestro preventivo d'urgenza disposto il 4 febbraio scorso perché la società che faceva da intermediaria all'esportazione del materiale sequestrato non aveva l'autorizzazione a farlo né era iscritta nel Registro nazionale delle imprese istituito presso il Ministero della Difesa. Lo riportano il Resto del Carlino di Ravenna e il Corriere di Romagna. Per il fatto, che trapela solo ora, risulta indagato l'amministratore unico della società in questione, un 57enne ingegnere di Lecco, tutelato dall'avvocato Luca Perego. Ieri mattina il collegio, formato dai giudici Cecilia Calandra, Piervittorio Farinella e Cristiano Coiro, ha esaminato la richiesta di Riesame presentata dall'avvocato Perego contro il decreto di convalida del sequestro preventivo della partita di pezzi metallici diretti a Israele e la decisione è attesa nei prossimi giorni. Il committente delle componenti è Imi System, società israeliana che opera nel settore della difesa attraverso la produzione di armi da fuoco, munizioni, equipaggiamenti e tecnologia militare. Per la difesa della società lecchese, questa avrebbe svolto un ruolo marginale, limitato alla certificazione dei pezzi che per la loro forma grezza non avrebbero consentito l'immediata identificazione o, comunque, l'identificazione del loro probabile utilizzo come componenti di armi. Da qui la mancanza delle autorizzazioni che ha fatto scattare il sequestro.

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ROMAGNA: Granchio blu, ancora allarme, misure in vista dell’estate

Allarme sulle coste dell’Adriatico, dal ravennate al Veneto, per la precoce comparsa del granchio blu, nemico di pescatori e allevatori di cozze e vongole. Già svegli e attivi, i crostacei anticipano il loro ciclo per via dell’aumento delle temperature. Le misure di contrasto adottate dal 2022 non hanno dato risultati significativi. Il governo ha nominato Enrico Caterino come commissario per affrontare l’invasione, con sovvenzioni a pescatori e allevatori e supporto alla ricerca. Simone D’Acunto, direttore del Cestha di Marina di Ravenna, conferma che l’acqua ha già raggiunto i 14 gradi, ben oltre le medie invernali, favorendo l’attivazione del ciclo del granchio. L’estate scorsa si era chiusa con temperature del mare vicine ai 30 gradi e l’inverno non ha raffreddato abbastanza le acque. Come si legge sulla stampa locale, il Cestha, impegnato nella tutela degli habitat marini, valuta con prudenza gli interventi sperimentati finora. «L’aumento della popolazione di polpi, limitata per la mancanza di scogli, non risolverà il problema. Anche le tartarughe, uniche antagoniste naturali, non crescono in numero sufficiente per arginare l’invasione», afferma D’Acunto. Al momento, il centro ospita oltre 50 tartarughe in fase di recupero, pronte per la liberazione quando l’acqua raggiungerà i 15-16 gradi, attesi già prima di maggio. La lotta al granchio blu resta complessa e le soluzioni ancora limitate. La situazione richiede azioni efficaci per proteggere l’ecosistema e le attività economiche legate alla pesca e all’acquacoltura.


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