10 LUGLIO 2024

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10 LUGLIO 2024 - 15:37


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EMILIA-ROMAGNA: Autonomia, via libera al referendum abrogativo

Dopo un luna maratona in aula, l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha dato il suo via libera a un referendum abrogativo sulla legge dell'Autonomia differenziata. Duri gli scontri tra maggioranza e opposizione.

 

 

In una sessione fiume di 24 ore, l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha approvato due delibere per richiedere un referendum abrogativo sulla legge dell'Autonomia differenziata. Le delibere hanno ricevuto il sostegno della maggioranza di centrosinistra (Pd, Europa Verde, Avs, Italia viva) e del M5s. Il centrodestra si è opposto fermamente.

È stato il presidente di Regione, Stefano Bonaccini, primo fra tutti a definire la norma del Governo "sbagliata e divisiva" e ha messo in luce la necessità di chiarire quali sono i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, prima di qualsiasi devoluzione di funzioni.

Forti le reazioni a partire dalla Lombardia dove il collega Attilio Fontana ha detto che così l’Emilia-Romagna tradisce gli accordi precedenti. Anche il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli del Gruppo misto, ex Lega, ha attaccato Bonaccini, accusandolo di incoerenza. Uno "spettacolo vergognoso" ha detto l’iter dell’approvazione. In aula si sono registrate tensioni con scontri verbali e accuse reciproche tra maggioranza e opposizione. La Lega si è opposta alla chiusura della seduta e ha tentato di proseguire i lavori.

La battaglia sull'Autonomia differenziata è solo all'inizio, con altre Regioni pronte a esprimersi a breve. Con cinque Consigli regionali è possibile richiedere il referendum abrogativo.




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RAVENNA: Nessun declassamento per la dogana del porto, intervista al direttore Adm

“Nessun declassamento, anzi, è previsto un potenziamento dell’ufficio con nuove unità nel personale: l’unica modifica riguarda la rimodulazione alla retribuzione al dirigente”. Così il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, replica e prova spegnere definitivamente, ai nostri microfoni, le polemiche attorno al futuro dell’ufficio dogane al porto di Ravenna “È strumentale parlare di declassamento, tra l’altro è un sostantivo che usano anche per altri uffici dirigenziali, ma qui c’è soltanto una rimodulazione di una voce specifica della retribuzione a capo dell’ufficio di Ravenna”. Nessun declassamento. Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, in visita a Bologna, ribadisce l'infondatezza delle notizie circolate nei giorni scorsi, riguardo la presunta decisione di declassare da prima a terza fascia l’ufficio delle dogane del porto di Ravenna nell’ambito della sua riforma, attuativa di un decreto del 2012, avviata quasi un anno fa. Una polemica nata dopo un’interpellanza a Montecitorio della deputata dem Ouidad Bakkali, con una vera e propria levata di scudi anche da parte di sindacati e politica locale. È in corso una riorganizzazione territoriale per garantire maggiore efficienza operativa, aveva subito fatto sapere l’Adm con una nota, aggiungendo che, al contrario, è previsto un rafforzamento dell’agenzia al porto ravennate, col personale che da 63 passera a 72 unità e posizioni di elevata responsabilità che saranno raddoppiate. Stop, dunque, alle polemiche. “Questo accade, è fisiologico, la riforma in realtà sta entrando nella sua parte finale -continua Alesse – quindi è giusto chiedere interlocuzione all’agenzia e stiamo dando in realtà spiegazioni, non abbiamo problemi a farlo. Si tratta di una riforma equilibrata che poggia poi sul numero e sul volume di affari dirigenziali che ciascun ufficio andrà a governare”. L’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, si legge ancora nella nota, derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137. Ravenna, rimarca pertanto Alesse, infine, resta un porto strategico. “Lo ribadisco -conclude – non cambia nulla. Poi sono realtà in completo divenire, quindi se la riforma dovrà essere revisionata alla luce di un aumento della voce del volume degli affari che ciascun ufficio gestisce, andremo a rivedere la riforma. Nulla è eterno”.