EMILIA ROMAGNA: Alluvione, de Pascale, “non soddisfatti di come è stata gestita” | VIDEO
ATTUALITÀ - Il presidente Michele De Pascale ha fatto il punto sull’alluvione dello scorso anno in Emilia Romagna. Dopo una prima fase di gestione non soddisfacente, l’amministrazione regionale ha deciso di lavorare sulla rapidità dei lavori, sullo snellimento delle procedure e sulla messa in sicurezza del territorio. A un anno dal passaggio del ciclone Boris, che nel settembre 2024 provocò esondazioni, allagamenti e migliaia di sfollati tra il Bolognese e la Romagna, la Regione Emilia-Romagna fa il punto sulla ricostruzione post alluvione e sulla messa in sicurezza dei corsi d’acqua. Sono quasi 300 gli interventi finanziati con oltre 76 milioni di euro tra opere di somma urgenza, ripristini e consolidamenti già conclusi o in corso. In prima linea i bacini del Lamone, del Marzeno e del Sillaro, per i quali si è conclusa la fase partecipata con oltre 500 osservazioni da parte di cittadini e comitati. È stato presentato inoltre il progetto per il Senio, mentre a Traversara di Bagnacavallo (Ravenna) – una delle località più colpite – è stata istituita una commissione speciale che, già da questa settimana, inizierà sopralluoghi e verifiche per elaborare un piano che unisca demolizione e ricostruzione. Il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, hanno illustrato lo stato di avanzamento dei lavori. “Non siamo soddisfatti di come gli eventi furono affrontati – ha sottolineato de Pascale – ma da gennaio si è avviata una fase nuova che vede tutte le istituzioni impegnate insieme al commissario straordinario. Abbiamo ottenuto dal governo un miliardo di euro per opere strategiche di riduzione del rischio: entro dicembre presenteremo il piano relativo ai primi 500 milioni, che come Regione siamo pronti ad anticipare già dal 2026, senza attendere il 2027”. De Pascale ha inoltre ricordato l’ordinanza sulle delocalizzazioni, ora al vaglio della Corte dei Conti, che definirà le condizioni per chi sceglierà volontariamente di lasciare la propria abitazione. Rontini ha evidenziato come “i 2,8 miliardi della contabilità speciale dell’ex commissario Figliuolo abbiano oggi destinazioni condivise con i territori. Restano da assegnare solo 75 milioni, a cui si sommano altri 100 milioni per il 2024. Sono state raddoppiate le risorse per la manutenzione, portandole a 50 milioni l’anno, affidate all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile”. Nel frattempo sono partiti i cantieri: a Villanova di Bagnacavallo è in corso la prima tranche di lavori sul Lamone per 7,5 milioni di euro, cui ne seguirà una seconda di pari valore. Nel Ravennate sono stati realizzati numerosi interventi sugli argini del Lamone e del Senio, mentre a Faenza oltre 1 milione di euro è stato assegnato per la difesa idraulica del quartiere Borgo. Nel Bolognese, le opere più rilevanti hanno interessato gli argini dell’Idice, della Chiavica Accursi e del torrente Quaderna, per un totale di quasi 8 milioni di euro. Nel Forlivese sono stati completati lavori urgenti per oltre 1,3 milioni sul Montone, tra Forlì e dintorni, per il ripristino e il rinforzo delle sezioni danneggiate. Il percorso partecipato continua: nei prossimi mesi sono previste assemblee pubbliche a Lugo e Imola per i bacini del Senio e del Santerno. È inoltre in corso un tavolo tecnico sulla Val di Zena, in collaborazione con i Comuni interessati e l’Università di Modena e Reggio Emilia, per definire nuove aree di espansione idraulica. Il Consiglio dei ministri ha prorogato a fine agosto lo stato di emergenza per le province colpite – Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini – a conferma della vastità dei danni subiti. “Si tratta di una sfida complessa – ha concluso de Pascale – ma abbiamo avviato un cambio di passo: più risorse, più manutenzioni e soprattutto un lavoro comune con i cittadini e i territori per prevenire i rischi e non ripetere gli errori del passato”.