24 GENNAIO 2025

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24 GENNAIO 2025 - 10:42


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BOLOGNA: Crisi La Perla, al via le manifestazioni d’interesse

Proseguono le buone notizie per La Perla. È stato infatti pubblicato l'invito a presentare manifestazioni di interesse per acquisire gli asset del gruppo, a partire dal marchio e dallo stabilimento bolognese. Le richieste, che dovranno essere redatte in lingua italiana con traduzione in lingua inglese, dovranno pervenire entro e non oltre le 15 del 10 febbraio prossimo. Le manifestazioni di interesse non sono vincolanti, ma con l'invito a presentarle si apre un periodo al termine del quale verrà pubblicato il bando di vendita vero e proprio. "Quella che era una delle crisi emblematiche del settore della moda, oggi può diventare il simbolo del rilancio industriale del comparto”, dice il ministro delle imprese Adolfo Urso. “Con la cooperazione di tutti gli attori abbiamo segnato una svolta in questa vertenza, con l'obiettivo di tutelare allo stesso tempo sia un marchio storico del Made in Italy sia soprattutto i nostri lavoratori ai quali avevo assicurato il nostro impegno. Siamo sulla strada giusta", aggiunge. L'invito a presentare manifestazioni di interesse per La Perla è stato pubblicato dai commissari straordinari di La Perla Manufacturing, d'intesa coi curatori italiani e i joint liquidators britannici di La Perla Global Management Uk, la capogruppo proprietaria dei marchi e degli asset aziendali in liquidazione in Italia e nel Regno Unito. L’auspicio ora è che tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori possano vedere un domani confermato il loro posto.




ALTRE NOTIZIE DI ECONOMIA

RAVENNA: Nessun declassamento per la dogana del porto, intervista al direttore Adm

“Nessun declassamento, anzi, è previsto un potenziamento dell’ufficio con nuove unità nel personale: l’unica modifica riguarda la rimodulazione alla retribuzione al dirigente”. Così il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, replica e prova spegnere definitivamente, ai nostri microfoni, le polemiche attorno al futuro dell’ufficio dogane al porto di Ravenna “È strumentale parlare di declassamento, tra l’altro è un sostantivo che usano anche per altri uffici dirigenziali, ma qui c’è soltanto una rimodulazione di una voce specifica della retribuzione a capo dell’ufficio di Ravenna”. Nessun declassamento. Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, in visita a Bologna, ribadisce l'infondatezza delle notizie circolate nei giorni scorsi, riguardo la presunta decisione di declassare da prima a terza fascia l’ufficio delle dogane del porto di Ravenna nell’ambito della sua riforma, attuativa di un decreto del 2012, avviata quasi un anno fa. Una polemica nata dopo un’interpellanza a Montecitorio della deputata dem Ouidad Bakkali, con una vera e propria levata di scudi anche da parte di sindacati e politica locale. È in corso una riorganizzazione territoriale per garantire maggiore efficienza operativa, aveva subito fatto sapere l’Adm con una nota, aggiungendo che, al contrario, è previsto un rafforzamento dell’agenzia al porto ravennate, col personale che da 63 passera a 72 unità e posizioni di elevata responsabilità che saranno raddoppiate. Stop, dunque, alle polemiche. “Questo accade, è fisiologico, la riforma in realtà sta entrando nella sua parte finale -continua Alesse – quindi è giusto chiedere interlocuzione all’agenzia e stiamo dando in realtà spiegazioni, non abbiamo problemi a farlo. Si tratta di una riforma equilibrata che poggia poi sul numero e sul volume di affari dirigenziali che ciascun ufficio andrà a governare”. L’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, si legge ancora nella nota, derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137. Ravenna, rimarca pertanto Alesse, infine, resta un porto strategico. “Lo ribadisco -conclude – non cambia nulla. Poi sono realtà in completo divenire, quindi se la riforma dovrà essere revisionata alla luce di un aumento della voce del volume degli affari che ciascun ufficio gestisce, andremo a rivedere la riforma. Nulla è eterno”.