Cronaca

Thumbnail BOLOGNA: Scoperti tre laboratori per la produzione di orologi contraffatti | VIDEO

BOLOGNA: Scoperti tre laboratori per la produzione di orologi contraffatti | VIDEO

Tre laboratori per la produzione di orologi da parete contraffatti situati nei comuni di Imola e Castel San Pietro sono stati individuati dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna . Gli orologi venivano realizzati utilizzando vinili inutilizzati e tecnologie come pantografi, intagliatori e macchine laser. I prodotti realizzati riproducevano prevalentemente marchi e loghi di cantanti, gruppi musicali, film, serie tv, case automobilistiche, squadre di calcio e di basket, oltre a personaggi vari del mondo dello spettacolo; gli stessi venivano venduti online, anche tramite i social media, con tanto di spedizione oppure presso fiere a carattere locale. Gli oltre 450 orologi rinvenuti presso i laboratori, già pronti per la commercializzazione, così come i 6 macchinari, i computer e oltre 2.400 adesivi di squadre di calcio, sono stati sottoposti a sequestro, mentre i responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bologna per il reato di contraffazione.

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CATTOLICA: Non riconobbe appendicite a bimba che morì, medico condannato

Non curò l'appendicite di una bimba di 5 mesi, anzi non la riconobbe e la trattò come un'infezione urinaria, e la piccola paziente morì. Per questi fatti, risalenti alla primavera del 2017, è stata condannata ieri una dottoressa del primo soccorso dell'ospedale di Cattolica. La professionista è stata ritenuta colpevole di omicidio colposo per colpa medica e condannata ad un anno, pena sospesa. Secondo la consulente della Procura la bimba era morta per le conseguenze di una peritonite, e sarebbe invece sopravvissuta se la dottoressa avesse trattenuto la bimba in osservazione oppure inviato la piccola paziente al pronto soccorso pediatrico di Rimini. La bimba era stata mandata a casa e dopo due giorni era deceduta per la perforazione dell'appendicite. L'Ausl è stata condannata ad un risarcimento di 270mila euro per i due genitori della piccola e 170mila euro per il fratellino.


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