Un evento unico nel suo genere perché porta la montagna in città. E’ la formula consolidata e di successo della 57esima edizione della Festa della Montagna U.O.E.I., che, quest’anno con il titolo “Esplorare e conoscere” si è svolta in due sedi. Sono state oltre 800 le presenze in tre serate.
Al Teatro Comunale “Masini” circa 500 persone hanno assistito con entusiasmo alla conferenza della guida alpina Hervè Barmasse, scalatore e divulgatore valdostano tra i più raffinati interpreti dell’alpinismo moderno, scrittore pluripremiato che si è confermato oltre che comunicatore eccellente, una persona di grande umanità capace di trasmettere emozioni forti al folto pubblico.
Pieni di contenuti anche i due appuntamenti successivi che si sono svolti nell’Aula Magna della scuola Europa. “I 150 anni del Museo Nazionale della Montagna” è stato un frizzante dialogo accompagnato da immagini con il direttore Daniela Berta. Accanto a lei i noti giornalisti di settore Roberto Mantovani, storico dell’alpinismo europeo ed extraeuropeo e Luca Calzolari autore di reportage per la tv e documentari che hanno approfondito assieme, in un simpatico botta e risposta, il tema del 70esimo anniversario dalla spedizione italiana prima a conquistare il K2 nel 1954. E’ stata una piacevole sorpresa la partecipazione del quattordicenne torinese Federico Tommasi, che tra gli 11 e i 13 anni, assieme alla guida alpina trentina Matteo Faletti, ha salito il Monviso, il Monte Bianco e il Cervino. Da quella esperienza è nato un libro “Ho fatto il solletico al cielo. Il sogno della montagna”(Electa Junior), metafora di come sia arrivato in alto realizzando i suoi sogni. Di recente ha salito la punta Dufour del Monte Rosa. Prossimo obiettivo, il Gran Paradiso.
Ultimo atto con Lino Zani, personaggio della montagna a 360 gradi, alpinista, maestro di sci, produttore tv, noto come autore e conduttore ai programmi RAI “Linea Bianca”, “I rifugi più belli d’Italia” e “Linea Verde Sentieri” trasmessi da Rai 1. Zani, ha descritto la sua vita in un libro “Era Santo era Uomo”, il racconto di una bella amicizia più che ventennale nata tra le sue montagne con S.S. Giovanni Paolo II. Il cuore della serata è stato il ricordo di Papa Wojtyla che amava le terre alte, lo sci. “La santità di Giovanni Paolo II – ha detto Zani - è stata di aver incontrato milioni di persone e a ognuna aver dato qualcosa: uno sguardo, una stretta di mano, una parola”.