8 SETTEMBRE 2025

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8 SETTEMBRE 2025 - 19:38


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FORLÌ: I sindacati chiedono il ritiro dei licenziamenti alla Gruppo 8

Ulteriore incontro, oggi in prefettura a Forlì, in merito al rischio di chiusura dello stabilimento Gruppo 8 di via Gramadora. Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito la richiesta del ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo, "fondamentale per evitare la chiusura dello stabilimento e garantire la continuità lavorativa". Oltre ai rappresentanti sindacali e dell'azienda, hanno partecipato all'incontro anche l'Assessore regionale al Lavoro Giovanni Paglia, il Presidente della Provincia Enzo Lattuca e l'Assessore al Lavoro del Comune di Forlì Kevin Bravi.

La convocazione del tavolo in Prefettura è arrivata a seguito della proclamazione dello stato di agitazione da parte delle sigle sindacali Confederali, dopo che, a fine agosto, Gruppo 8 ha comunicato l'intenzione di chiudere lo stabilimento di Forlì e procedere al licenziamento collettivo di tutta la forza lavoro, circa 35 dipendenti tra contratti a tempo determinato e indeterminato. I rappresentanti sindacali hanno evidenziato che "alla luce della documentazione ricevuta e della normativa sugli appalti privati, Gruppo 8 è pienamente responsabile quantomeno delle retribuzioni e dei contributi dei circa 40 lavoratori di Sofalegname, trattandosi di un appalto e non di un rapporto conto terzi".

Tale vertenza, pertanto, va risolta con urgenza. "Sono evidenti altresì le responsabilità di Sofalegname, soggetto risultato completamente inaffidabile e non in grado oggi di rispettare qualsiasi tipo di accoro". Per tali ragioni CGIL CISL UIL chiedono che "Gruppo 8 in qualità di committente assuma urgentemente tali responsabilità e risolva con il supporto delle istituzioni, a partire dall'Ispettorato del lavoro, la grave situazione oggi in essere". I sindacati hanno inoltre chiesto a Gruppo 8 di rendere trasparenti tutti gli affidamenti in essere con aziende terze nelle varie fasi della produzione, al fine di evitare il ripetersi di situazioni simili a quella di Sofalegname o di quanto emerso nello stabilimento cesenate di Calisese. Il tavolo è stato riconvocato in Prefettura per giovedì 11 settembre




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BOLOGNA: Nord Stream, Kuznietsov interrompe lo sciopero della fame

Serhii Kuznetsov, l'ex militare ucraino di 49 anni accusato del sabotaggio ai gasdotti Nord Stream nel 2022, arrestato su mandato europeo emesso dalla Germania lo scorso agosto in provincia di Rimini, ha interrotto lo sciopero della fame iniziato il 31 ottobre per denunciare le condizioni di detenzione e la violazione dei suoi diritti fondamentali. Lo fa sapere il suo legale, avvocato Nicola Canestrini. Kuznetsov è in custodia cautelare in attesa che la Cassazione, dietro ricorso della difesa, si pronunci sulla decisione della Corte d'Appello di Bologna di consegnarlo alla Germania. Nei giorni scorsi il Commissario per i Diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets, ha inviato una lettera al ministero della Giustizia italiano Carlo Nordio per chiedere garanzie adeguate per Kuznetsov. Nel corso della protesta ha perso circa 9 chili. La decisione di sospendere il digiuno è stata presa dopo che le autorità italiane hanno fornito assicurazioni circa il pieno rispetto dei suoi diritti, in particolare per quanto riguarda un'alimentazione adeguata alle sue necessità. "Diamo atto all'amministrazione penitenziaria di aver cercato di affrontare in modo costruttivo le criticità rappresentate. Ma l'attenzione deve rimanere alta: il rispetto dei diritti di tutti i detenuti è un dovere permanente dello Stato di diritto", ha detto Canestrini. In un messaggio scritto dal carcere, Kuznetsov ha ringraziato tutti coloro che lo hanno sostenuto e gli hanno dimostrato solidarietà e affetto in questi giorni difficili.