ROMAGNA: Indennizzi bagnini, PD diviso ma de Pascale va avanti | VIDEO
Non si arresta la discussione sugli indennizzi ai balneari in vista delle future aste per le concessioni demaniali. Il tema è riesploso dopo l’intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale al TTG di Rimini, dove ha rilanciato l’idea di riconoscere un compenso ai concessionari uscenti che dovessero perdere la gestione della spiaggia. La proposta ha provocato la reazione di una parte del Partito Democratico riminese: sessantaquattro iscritti e militanti, tra cui l’ex vicesindaco Maurizio Melucci, hanno indirizzato una lettera al segretario regionale Luigi Tosiani contestando la posizione del governatore, giudicata improponibile e politicamente sbagliata. Nel testo si critica l’ipotesi di risarcire i concessionari utilizzando le entrate dei canoni demaniali, considerata contraria ai principi di concorrenza fissati dall’Unione europea. All’indomani della presa di posizione, De Pascale ha chiarito i contorni della sua proposta, ricordando di occuparsi della questione da oltre quindici anni e di averla sostenuta anche in passato. L’idea, ha spiegato, è quella di riconoscere un indennizzo non a carico dello Stato ma del nuovo concessionario che subentra, in modo da compensare chi, dopo anni di attività, si trova nell’impossibilità di proseguire la propria impresa. Si tratterebbe dunque di un meccanismo basato su un sovracanone a carico dell’entrante e non su fondi pubblici. Lo schema richiamerebbe peraltro una proposta del Partito Democratico risalente al 2012, che prevedeva di fissare una durata minima e massima delle concessioni e di introdurre un indennizzo corrispondente al valore commerciale dell’azienda, comprensivo di avviamento, manufatti e attrezzature, garantito da fidejussione e a carico del subentrante. Sul tema si è espressa anche Confartigianato Imprese Demaniali. Il presidente Mauro Vanni ha difeso l’impostazione della Regione, sottolineando la necessità di tutelare gli investimenti delle microimprese familiari che hanno costruito un modello economico riconosciuto a livello nazionale. Secondo l’associazione, la mancata previsione di un riconoscimento economico favorirebbe l’ingresso di grandi gruppi e realtà criminali a discapito delle imprese locali.Nel frattempo, il Comune di Rimini ha confermato la sintonia con la linea regionale e ha annunciato un nuovo incontro con gli altri Comuni costieri per condividere criteri omogenei in vista delle gare. L’amministrazione sottolinea come la competenza legislativa resti nazionale, ma riconosce alla Regione un ruolo di coordinamento e supporto per le realtà del territorio.
La partita sulle concessioni, intrecciata alla direttiva Bolkestein e ai continui rinvii normativi, si conferma uno dei nodi più complessi della stagione politica romagnola, con il Pd diviso al suo interno e le categorie determinate a difendere un comparto che resta centrale per l’economia della costa.
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