10 GENNAIO 2025

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10 GENNAIO 2025 - 13:52


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EMILIA-ROMAGNA: Servizi sanitari, preoccupato de Pascale, “Si sta peggiorando” | VIDEO

C’è forte apprensione sullo stato di salute della sanità pubblica in Emilia-Romagna. Se ne è parlato durante la nostra trasmissione TALK24, condotta dal direttore di testata Ludovico Luongo.

Il presidente della Regione de Pascale si dichiara molto preoccupato per l'esercizio di un diritto fondamentale quale quello della salute, una conquista sociale che gli Italiani stanno perdendo sia al sud che al centro nord del Paese. Per il governatore dell'Emilia-Romagna l’intero sistema sanitario pubblico italiano sta precipitando e senza un piano strategico di salvaguardia.

Altra preoccupazione è la mancanza del personale infermieristico in Emilia-Romagna che sta raggiungendo un livello critico e questo, per il neo assessore regionale alle politiche per la salute Massimo Fabi, richiede rapidi interventi di welfare aziendale.




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EMILIA-ROMAGNA: Sanità, de Pascale sui Cau, "alcune scelte saranno riviste"

“Riorganizzeremo ciò che è necessario facendo tesoro degli esempi più virtuosi della regione”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, in merito ai Centri di assistenza-urgenza nati negli ultimi mesi per supportare e sgravare i Pronto soccorso. “E’ cultura politica di questa terra – spiega - evitare di osservare i problemi senza fare nulla e la Regione ha sperimentato risposte innovative che, come tali, devono essere sempre oggetto di verifica e miglioramento. Premesso questo, abbiamo tutti a cuore il nostro servizio sanitario, pubblico e universalistico, quindi bene la discussione anche sui Cau, in un’ottica di miglioramento complessivo. Tante innovazioni introdotte, che hanno portato buoni risultati e dopo il Covid hanno evitato di chiudere punti di erogazione dei servizi, saranno confermate”. De Pascale poi ricorda come “sotto il nome Cau sono stati attivati tre tipi di servizi: quelli che hanno sostituito Punti di primo intervento o Pronto soccorso che avevano un elevato livello di inappropriatezza in quanto erogavano prestazioni di bassa complessità con personale medico specialista che deve invece essere utilizzato per le prestazioni di emergenza urgenza. Questa tipologia è indiscutibilmente quella che ha funzionato meglio e ha evitato di chiudere punti di erogazione del servizio. Sono questi i Cau che confermiamo con maggiore convinzione e che hanno dato sistematicamente i risultati migliori”.  Il secondo tipo di Cau introdotto è quello in prossimità dei Pronto Soccorso DEA (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di primo e secondo livello degli ospedali provinciali o distrettuali, con l’obiettivo di sgravarli dei codici bianchi e verdi. “Su questa tipologia- aggiunge il presidente- il bilancio non è univoco in tutta la regione. In alcuni casi hanno ridotto significativamente gli accessi al PS e la loro funzione è stata ben compresa dai cittadini, in altri non abbiamo registrato analogo effetto e dobbiamo quindi migliorare la risposta. Infine, alcuni Cau sono stati introdotti in luoghi dove precedentemente non c'erano né Punti di primo intervento, né Pronto soccorso. “In questo caso- chiude de Pascale- per noi il modello da seguire è quello delle Case di comunità e delle Aggregazioni funzionali territoriali dei medici di Medicina generale, per ricondurre tutto a una gestione univoca nelle cure primarie”.