EMILIA-ROMAGNA: Maltempo, sabato allerta arancione in molte aree della regione
Per sabato 26 ottobre l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia-Romagna ha emesso una nuova allerta arancione per rischio idraulico su gran parte del territorio emiliano-romagnolo: montagna e collina bolognese, pianura bolognese, costa ferrarese; montagna e collina emiliana centrale, pianura modenese, pianura reggiana e pianura reggiana di Po; montagna, alta e bassa collina e pianura piacentino-parmense. Codice arancione per rischio idrogeologico per la montagna bolognese, montagna emiliana centrale, montagna e alta collina piacentino-parmense. Stesso codice colore per temporali su montagna e alta collina piacentino-parmense. Nelle prossime ore sono previste condizioni favorevoli allo sviluppo di rovesci o temporali, in particolare tra la notte e le prime ore del mattino; potrebbero risultare intensi e persistenti sul settore occidentale, sia sui rilievi che su parte della pianura, e sui rilievi centro-occidentali adiacenti. Le precipitazioni causeranno nuovi incrementi sui corsi d’acqua e, in particolare, sui bacini centro occidentali, dove i livelli idrometrici potranno superare la soglia 2. Nel settore montano centro-occidentale saranno possibili fenomeni franosi, ruscellamenti lungo i versanti e rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici nel reticolo minore. Nei restanti settori collinari e montani i fenomeni saranno più localizzati e conseguenti alla vulnerabilità dei versanti, dopo le precipitazioni dei giorni precedenti. La criticità idraulica sulle pianure centro-orientali rivierasche di Po è riferita al transito della piena, in attenuazione, con livelli ancora superiori alle soglie 2 nei rami del Delta.
Nelle prime ore di venerdì mattina la frana a San Benedetto val di Sambro (Bo), località Ca’ di Sotto, si è mossa velocemente fino a raggiungere il fondovalle e il torrente Sambro. Sono in corso le operazioni per salvaguardare lo scorrimento del torrente, il cui deflusso non è al momento compromesso. Sul posto i tecnici dell’Agenzia regionale, esercito, Vigili del Fuoco, ingegneri e geologi dell’Università di Bologna. Lo scorrimento delle acque è garantito grazie a tubazioni realizzate successivamente alla prima attivazione della frana, nel 1994. Al momento non sono direttamente interessate le abitazioni. Sempre nel bolognese restano diverse limitazioni della viabilità, in lento e progressivo miglioramento. La situazione che crea maggior disagio è la viabilità alternativa alla SS 64 Porrettana, chiusa in un tratto per frana a Sasso Marconi. Continua a essere attentamente monitorata la Val di Zena, in particolare le situazioni del Laghetto dei Castori e di via Caurinzano a Pianoro; qui stamattina il sindaco ha disposto delle evacuazioni preventive. È stata chiusa la falla sul Quaderna, tra Budrio e Medicina. L’esercito sta ancora operando a Zola Predosa e San Lazzaro di Savena. Nel ferrarese, prosegue la vigilanza sugli argini del Po e sui canali del Consorzio della Bonifica ferrarese, da parte dei tecnici di Aipo e di volontari. Il deflusso della piena del grande fiume continua in modo sostenuto, ma è agevolato dalle condizioni favorevoli di marea e vento e dall’assenza di piogge. A Pontelagoscuro si prevede in giornata la discesa dei livelli idrometrici sotto la soglia 2. Nel modenese non si segnalano più allagamenti. Resta chiuso il Ponte della Fossalta sul torrente Tiepido. Nel reggiano, dove le principali rotte sono già state chiuse, sono in azione per l’asportazione delle acque una pompa ad alta intensità (messa a disposizione dalla Provincia autonoma di Trento) e sette motopompe del sistema dei Consorzi di Bonifica. Nel piacentino sono state segnalate erosioni delle sponde lungo i torrenti Chiavenna e Ongina. Quest’ultimo è rinforzato anche sul lato parmense, posizionando sacchi di sabbia. Il numero delle persone in carico al sistema pubblico di Protezione civile si è ridotto a 25 unità. Gli evacuati, anche desunti dalle ordinanze dei Comuni, sono 2.652, di cui 824 nel Bolognese e i restanti tra Parmense (192) e Reggio Emilia (circa 1636). Quanto all’impiego del volontariato sono state rimodulate le presenze sul territorio, seguendo l’evoluzione delle necessità, con alcuni spostamenti delle squadre delle sei Regioni rimaste a operare sul territorio. Ieri erano impegnati complessivamente 825 volontari. Circa 230 appartengono alle colonne mobili delle sei Regioni a supporto (Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Valle d’Aosta), a cui si aggiungono le colonne mobili delle organizzazioni nazionali del volontariato (altri 245 volontari) e quella della Regione Emilia-Romagna (circa 350 unità).
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